Vagolare nel parcheggio del centro commerciale con le borse della spesa che tagliano le mani e non trovare l’auto, nonostante l’assoluta certezza di averla messa in un quel posteggio;
vedere uno dei propri incubi ricorrenti divenire realtà;
arrendersi e prendere le chiavi dallo zaino per attivare l’apertura centralizzata, sperando che si accendano i lampeggianti, e illuminarsi d’immenso;
partire con passo tronfio e baldanzoso, perché in possesso della controprova di non essere completamente deficiente: il posto era quello giusto, era l’auto ad essere sbagliata:
SONO VENUTA CON QUELLA DI MIO MARITO, NON CON LA MIA!
Mo’ vado a prendermi una camomilla perché ne ho di bisogno.
E buona serata uno stracazzo a tutti!