La mamma "autistica"

Letture e ragù

Chiudo la porta di casa alle mie spalle, butto le chiavi sul mobile nell’ingresso e mi tolgo gli occhiali da sole.

Lancio una rapida occhiata allo specchio e, come sempre, mi pento di averlo fatto: è sciocco guardarmi sperando di piacermi almeno una volta!

Baloo si allunga per ricevere una grattatina dietro alle orecchie.

Buio e silenzio mi attendono in questa penultima serata di primavera, solo il frigorifero dice ancora la sua.

Sono appena rientrata dopo un pomeriggio di lettura e musica, le orecchie piene di voci, gli occhi pieni di colori e volti, il profumo del gelsomino ancora nelle narici.

La mille espressioni che ho visto sui volti dei partecipanti mi costringono a riflessioni che da troppo tempo sto rinviando, una su tutta: qual è il mio posto nel mondo?

Questo ultimo anno è stato faticoso, come una camminata sulla neve in scarpe da ginnastica: bagnata fino al collo e con la perenne paura di scivolare una volta di troppo.

Non si esprime pubblicamente il dolore!, mi dicono, così se sono fuori casa, lo nascondo dietro gli occhiali da sole, scelti appositamente grandi e molto scuri, o con la fronte appoggiata sul volante, in quella seconda casa che è la mia automobile.

Mi stendo a letto, scelgo un film a caso, solo per avere voci a riempire il silenzio, e lo lascio illuminare la camera, mentre ceno con un panino al ragù, quello appena fatto, quello dal retrogusto amaro, e mi chiedo quante altre volte dovrò ancora sbagliare, ragù o scelte, poco importa, prima di imparare.

Chissà se sarò felice la prossima primavera…

Poesia di Mariangela Gualtieri dedicatami dalla mia amica Stefania