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Il mare d’inverno

“Que!”
“Vuoi andare al parco giochi?”
Movimento veloce della testa: “Eh!”
Ti faccio verbalizzare correttamente: “Sì!”
“Hì!”
“Va bene, andiamo.”

Mi prendi per mano, ci avviciniamo allo scivolo occupato da 4 o 5 bambini piccoli. Ti fermi, mi stringi forte la mano, te la stringo a mia volta e cerco il tuo sguardo: è lo stesso 5-6 anni fa, quando avresti voluto lanciarti nella mischia, ma la consapevolezza di non avere sufficienti strumenti per giocare con i bambini, alla fine ti faceva allontanare a testa bassa e spalle curve.

Ti stringo la mano, mi stringi la mano e inizi a portarmi via lontano. Non insisto per farti salire sullo scivolo: ricordo ancora con terrore le feste e i giochi ai cui mia madre mi costringeva a partecipare, mentre io avrei solo voluto stare sul letto a leggere le avventure di Jo March o di un bambino olandese che con i suoi pattini argentati aveva salvato il paese dal crollo della diga. Siamo simili io e te, è per quello che ci capiamo con uno sguardo.

Passeggiamo mano nella mano, papà, Davide e Baloo ci seguono.

Indichi il mare, vorresti fare il bagno, lo so, ma ti spiego che fa troppo freddo. Alla parola “freddo”, tiri su il cappuccio del giubbotto e ti sistemi meglio lo zainetto per infilare le mani in tasca.
Passeggiamo ancora un po’, finché in lontananza vediamo un altro parco giochi.

“Que!”
“Ok!”

Corri felice, non ci sono bambini, è tutto per te. Sali la scaletta e scendi veloce dallo scivolo, i jeans ora sporchi di sabbia, il sorriso luminoso.

“Ncoa…”
“Vai, ti aspetto…”

Fai ancora un giro e poi ci sediamo sul muretto, aspettando i tre maschi.

Davide si siede vicino a noi, mi alzo per farvi una fotografia, per bloccare per sempre un instante di serenità.

Appena vedi il telefono, ti siedi in braccio a Davide.
È la prima volta, Davide è stupito e ti stringe forte, prima che tu cambi idea.
Dietro agli occhiali da sole, una lacrima scende solitaria, mentre scatto.

La vita è bella.

Quando sono triste e stanca, quando mi chiedo se domani avrò ancora una volta la forza di scendere dal letto, voi mi ricordate che la vita è bella, perché voi siete la mia vita.

E a grande richiesta, apro il cuore, prendo il bicchiere dove è stato riposto troppo a lungo, lo lavo e lo asciugo per brindare con voi: oggi il bicchiere è pieno di amore, scivoli e abbracci fraterni in un’assolata mattina al mare in inverno.

2 pensieri riguardo “Il mare d’inverno

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