Sei mai stato così arrabbiato da aver voglia di urlare e spaccare tutto?
Sei mai stato così triste da non riuscire a piangere?
Sei mai stato così stanco da non riuscire a dormire?
Ti senti mai un vero incapace, tanto da credere che qualsiasi farai sarà comunque inutile o sbagliata?
Ti sei mai guardato allo specchio chiedendoti quando sei diventato così vecchio?
Ti sei mai sentito morire vedendo il mondo avanzare, mentre tu sei ancora fermo ai blocchi di partenza?
Hai mai invidiato i figli degli altri che indicano, guardano, parlano, leggono, scrivono, cantano, dicono le poesie?
Hai mai voluto lanciare il telefono contro il muro?
Hai mai desiderato un abbraccio senza sapere come chiederlo?
A me succede tutti i giorni.
Sono arrabbiata, stanca, triste, invidiosa.
Sono pesante.
In un mondo che anela alla leggerezza, io sono il piombo, il grigio che si trascina sul fondo.
Sono sola con la mia rabbia e il mio dolore, loro non mi lasciano mai.
La notte a scrivo righe che poi cancello, insoddisfatta di loro quanto di me stessa, ma è l’unico modo che conosco per non crollare.
L’urlo in gola trattenuto da troppo tempo mi brucia l’anima e mentre mi preparo il primo caffè della giornata, sento la vita scorrere fuori dalla finestra.
Io, invece, vorrei solo piangere e urlare, urlare e piangere.
La tazzona mi scalda la mano, mentre guardo la tua foto: hai sei mesi, il sorriso sdentato, il ciuffo rosso.
Sento alcuni rumori provenire dalla camera e spunti tu, i capelli castani scarmigliati, gli occhi assonnati, il sorriso a denti .
Ricaccio indietro le lacrime, ti abbraccio forte e annuso i tuoi capelli.
Avanti, Princess, cominciamo una nuova giornata insieme.
Sempre insieme.

Un pensiero riguardo “L’urlo”