Ho il cuore gonfio di pensieri, il cervello pieno di palpiti, gli occhi annebbiati dai rumori, lo stomaco saturo di lacrime.
Mi sento come carta vetrata, ruvida e rigida.
Non riesco a trovare un equilibrio, trapezista senza rete, vorrei volare fino alla luna e cercare la voce che hanno rubato alla mia principessa dalle ali dorate. Mi librerei dal trapezio più alto per prendere lo slancio e fluttuerei con lei tra le stelle, la sua mano nella mia, le dita intrecciate. Tratterrei il respiro tra le lattee stelle e urlerei sul pallido satellite alla ricerca del desiderio più grande.
Immagino la voce di Ariel: una voce nuova, mai usata, cigolante ed arrugginita, fatta della stessa materia dei sogni.
Sarebbe una voce leggera come il vento di inizio estate, profumata come il sottobosco dopo la prima pioggia, gialla come un girasole.
Sarebbe una voce perfetta.
Sarebbe la voce della mia bambina.