La festa è finita e gli amici se ne vanno.
La cucina è da pulire, il lavello è pieno di stovoglie, ma chissenefrega: farò domani con calma. Adesso preferisco godermi questo momento di pace dopo una lunga giornata.
La pizza è stata gradita e pure la limonata che ha ricevuto una standing ovation dei bambini.
Preziosi momenti di serenità regalati ad una famiglia atipicamente normale.
Noi usciamo poco, soprattutto per cena: Ariel tollera poco le uscite serali, ma la nostra porta è sempre aperta.
Manca poco al 2 Aprile, giornata mondiale dell’autismo.
Volete aumentare la vostra consapevolezza sull’autismo? Venite a trovarci, bussate gentilmente al cuore di tutte quelle famiglie che hanno in casa una persona autistica, soprattutto se adulta e grave: spesso hanno bisogno di parlare con qualcuno davanti ad una tazza di caffè, di un abbraccio e di non sentirsi abbandonati.
Aiutate queste famiglie rispettando i loro tempi: a volte potrebbero negare o rinviare l’incontro, ma per proteggere il loro caro. Ariel attraversa spesso fasi critiche in cui la relazione con l’altro peggiora la situazione, poiché le richiede molte energie.
È difficile avere a che fare con noi?! Sì, avete ragione, è difficilissimo! Pensate, allora, a com’è difficile per noi proteggere e aiutare i nostri ragazzi a crescere e a comprendere un mondo a loro astruso e ostile.
Aiutateci a colorare il mondo di blu! Accendete le vostre case, chiedete ai vostri sindaci di illuminare un monumento.
Il 2 Aprile è molto importante, ma, come tutte le condizioni, l’autismo non va in vacanza e resta con noi dal 2 Aprile al Primo Aprile, in un continuum che non conosce feste comandate, vacanze estive o invernali, ponti per il Carnevale o scioperi.
La parola Autismo, quella con la lettera maiuscola, quella che va di moda e viene spesso strumentalizzata, è un mantello che avvolge persone vere con bisogni concreti, non ideali astratti. PERSONE.