Ciao, sono un bambino di otto anni e pochi mesi,
ho due braccia e due gambe, dita, mani e piedi compresi,
ho denti sparpagliati, capelli ricci e faccetta tonda,
sai che ho appeno finito di frequentare la seconda?
Quando esco con la mia mamma per andare a fare spese,
mi prepara l’agenda perché non sopporto le sorprese:
faccio fatica a capire il mondo che per me è strano,
alcuni spesso dicono che sembro un piccolo marziano!
Se mamma si ferma per strada a chiacchierare con la gente,
mi innervosisco tanto perché a me non importa niente.
No, ascoltami, seriamente, non sono un maleducato,
sono fatto così: io sono socialmente inadeguato.
E non arrabbiarti con me se negli occhi tuoi non guardo:
faccio tanta, tanta fatica a sostenere il tuo sguardo;
i tuoi occhi sono per me più belli che per molti altri,
mi emoziono tanto e ci noto mille e più dettagli.
Spesso ho con me un quaderno che uso per comunicare:
anche se non parlo non significa che non sappia pensare.
Mi piacciono i puzzle, l’altalena e l’acchiapparella.
Sai un segreto? Mi piace la compagna di classe più bella.
Ciò che è diverso è solo il nostro modo di pensare:
se ti guardo e non capisco, non penso che tu sia speciale.
Se mi guardi e non capisci, perché mi vuoi etichettare?
Forse se giochiamo un po’ insieme mi puoi apprezzare.
Non vivo nella bolla, non mi hanno mai rapito le fate,
la mia mamma non è un frigo, ha solo le mani gelate!
Faccio un saltello, un veloce movimento delle mani,
te lo chiedo pian pianino: vuoi saltare con me domani?
Se avrai tanta pazienza con me, imparerò a giocare
e io ti insegnerò che la diversità si può amare.
