Ariel sta risentendo molto dell’assenza di routine consolidate e avendo solo pochi interessi ristretti, tormenta chiunque le passi vicino affinché la spinga sull’altalena. Sì, lo so, per il suo compleanno vi avevo fatto vedere Ariel mentre si dondola da sola, lo sa fare, ma preferisce che qualcuno lo faccia per lei. Non lo so se è desiderio di stare in compagnia o semplice pigrizia, certo è che vuole qualcuno con lei. In alternativa esce in giardino e inizia a gironzolare senza meta e costrutto finché non la richiamo in casa o esco con lei. Potrei intervenire e strutturarle il tempo, ma ritengo importante che lei impari a gestirsi e organizzarsi il tempo libero e se vuole vagolare, lo faccia pure: io stessa ho bisogno di staccare la spina e perché per lei dovrebbe essere diverso?
Luca ieri aveva il turno notturno e aveva bisogno di dormire un po’. Ovviamente la Princess non era d’accordo con i suoi progetti e ha cominciato a fare cagnara entrando e uscendo dalla camera, ululando (giuro, quando vuole esprimere disappunto, ulula… Troppo “Masha e orso”, temo!) e tirandomi per uscire. Al mio diniego, ha capito che doveva portare la striscia frase (*).
IO VOGLIO ALTALENA
“OK, Ariel, andiamo sull’altalena, ma per 10 minuti, perché la mamma deve sbrigare le faccende di casa.”
Ho attivato il timer e siamo uscite. Al suono metallico del timer, ha iniziato nuovamente ad ululare.
Io, come da prassi, l’ho ignorata e, mentre la spingevo, ho iniziato a contare alla rovescia, segnale che l’attività è definitivamente terminata.
“Dieci…”
“Uuuhh!”
“Nove…”
“Uuuhh!”!
“Otto…”
“Uuuhh!”
E così via fino allo zero. Mi sono allontanata, lei mi ha inseguita, mi ha presa per il braccio e ha detto:
“Coa!” (Ancora).
“No, Ariel, PRIMA la mamma lava i piatti, DOPO gioca con Ariel.”
Apriti cielo! Una scenata madre degna della Magnani con gli acuti della Callas: si è buttata sull’erba, ululando, gridando, piangendo e tirandosi pugni in testa…
Visto che era in una situazione di sicurezza l’ho ignorata, ma sono rimasta vicino a lei per controllarla.
Sconsolata, mi sono guardata in giro: sabato scorso un violento nubifragio aveva danneggiato diversi alberi e il giardino era pieno di rami e rametti strappati e ho avuto un’idea!
Quando si è calmata un po’, le ho detto: “Se mi aiuti a raccogliere i rametti, poi andiamo sull’altalena.”
Mi ha guardata con sospetto, ci ha pensato su e alla fine ha mosso lentamente la testa su e giù: “È!”, ma si vedeva che stava ancora cercando di capire dove fosse la fregatura.
“Ariel, si dice SÌ.”
“Ì!”
Abbiamo iniziato a raccogliere rametti, rami e legnetti, io tenevo il tempo e lei raccoglieva. Ogni volta che si fermava, io bloccavo il conto alla rovescia e riprendevo solo quando lei ricominciava a raccogliere legnetti.
Abbiamo alternato raccolta ed altalena per due ore e questo è il risultato del nostro lavoro.
Ovviamente Ariel non era entusiasta, ma stare con la mamma in giardino con la promessa dell’altalena è un potente rinforzatore.
Bene, appurato che questo connubio funziona, nei prossimi giorni la metterò a raccogliere pomodori nell’orto.
No, non è sfruttamento minorile, è la mia versione di ABA (*) applicato al giardinaggio.
E oggi il bicchiere… Pardon, la carriola è piena di legnetti raccolti da due femmine nervose sorvegliate da un cucciolo riccioluto.
P.S. per il Dott. Apollonio che mi legge in incognito: se per due giri sull’altalena tua figlia lavora come Stachanov in miniera, pensa cosa potrebbe fare per una piscina riscaldata e coperta in giardino.
P.P.S. per tutti gli altri: sì, sto sfruttando Ariel per farmi costruire la piscina in giardino, ma non ditelo a Luca.
… Ops…