Sono zuppa. La pioggia mi ha sfatto le trecce che Mamy mi ha fatto prima di uscire. Mi ha anche messo uno dei miei vestiti preferiti, quello blu con i fiori bianchi.
Adesso, invece, è arrabbiata con me. Continua a dirmi che non mi vuole più, ma io non posso, non posso davvero accontentarla.
Mi guarda dall’auto, mentre questa maledetta acqua mi bagna le scarpe e il vestito.
“Scusa, Mamy! Scusa! È tutta colpa mia!” le urlo battendo sui finestrini. “Fammi salire, farò la brava. Farò tutto quello che vuoi. Te lo giuro.”
Mi guarda arrabbiata e mi dice che devo scrivere quelle brutte cose.
“Ma non sono vere, Mamy! Non posso dire le bugie!”
Insiste e io vorrei morire. Ho solo lei adesso, ma voglio ancora tanto bene al mio papà. “Ti prego, Mamy. Sono una stupida, lo so, ma non farmi questo.”
Il mio papà mi manca tanto: un giorno, dopo che la mamma se ne è andata, mi hanno portata via da lui e mi hanno data alla nuova mamma che mi ha detto: “So che non potrò mai prendere il suo posto, ma ti ho aspettata tanto. Se non vuoi chiamarmi mamma, perché non mi chiami Mamy? È una via di mezzo tra mamma e il mio nome.”
Non ho mai capito perché mi abbiano strappata dalle braccia del mio papà: con lui dormivo serena, anche senza la mamma. Sapevo che mi avrebbe sempre protetta e difesa. Ci mettevamo nel lettone vicini vicini. Lui stendeva un braccio, io ci appoggiavo la testa, mi mettevo sul fianco e lui lo piegava abbracciandomi. Mi stringeva forte la mano mentre mi parlava della mamma, delle vacanze al mare. Io gli parlavo della scuola, della ginnastica e di Andrea.
Un giorno sono venute due signore a casa e hanno detto che lui è cattivo e che mi ha fatto delle brutte cose, ma non è vero. Ho cercato di dirlo a tutti, anche a Mamy, ma nessuno mi crede. Mi hanno portata via da lui, mentre piangevo e urlavo che lui era il mio papà e che volevo stare con lui. Poi è arrivata Mamy.
E adesso, sotto questo cielo nero, Mamy è arrabbiata con me, perché non voglio scrivere quelle bugie.
Il mio cuoricino batte forte, mi gira la testa e vorrei morire, mentre non capisco più quali sono lacrime e quali gocce.
Perché tutti mi lasciano e nessuno mi vuole bene?
In un parcheggio isolato, mentre lei continua ad urlare che sono una bambina cattiva, finisce la mia infanzia.
Liberamente ispirato ai fatti di Bibbiano.
