La famiglia "autistica"

Vitamina D

Giovedì 07.04 avremmo dovuto fare ad Ariel una sedazione totale per alcuni accertamenti che normalmente si fanno senza problemi.

Normalmente…

Si fanno normalmente senza sedazione quando una persona è collaborativa e capisce che non c’è nulla di pericoloso.

La Princess, invece, appena percepisce puzza di visite mediche, diventa un diavolo della Tasmania.

Il day hospital si è irrisolto con una sedazione nontotale visto che l’anestetico le ha fatto effetto paradosso e, oltre a vomitare più volte, l’ha resa eccitabile ed oppositiva.

Ovviamente non è stato possibile fare tutto ciò che ci eravamo prefissati, ma almeno abbiamo avuto alcune risposte.

Tra le altre cose abbiamo capito che è priva di Vitamina D.

Ok che le Principesse devono essere pallide, ma qua si sta esagerando.

Così venerdì le ho preso la Vitamina D in gocce e, visto che questo è il mio castello e qui comando io, stamattina, appena sono arrivati da casa della nonna paterna, ho caricato Davide e Ariel in automobile e siamo andati a fare una passeggiata sul Carso.

4 km + 4 km di sole, aria, mare, macchia mediterranea e gioia… Oddio… Gioia…

Gioia per me e Davide, per Ariel gioia a sprazzi con umore mutevole come una giornata di primavera al mare.

Fotografia del Castello di Miramare scattata da Davide dalla Strada Napoleonica
Ariel · La mamma "autistica"

Romani, principesse e shopping

Scendi dall’altalena, frenando con i piedi, la ghiaia schizza un po’ ovunque.
 
Ti chiedo se vuoi una Coca Cola, “Hì!”, con movimento rapido della testolina, gli occhiali da sole che si spostano leggermente, nonostante l’elastico.
 
Quanta fatica, quante ore di logopedia per produrre quel “Hì!
 
Poco fa, vicino a noi, si dondolavano tre fratellini: mi stupisce sempre sentire i bambini piccoli parlare. Mi dimentico che quel processo complicato che tu non riesci a costruire, ossia parlare, fa parte della natura dell’uomo e che, purtroppo, sei tu l’eccezione.
 
Ci diamo la mano, camminiamo fianco a fianco e andiamo a prendere la tua bibita al bar del parco. Seduta sulle panche in legno, guardo i pioppi, le foglie mosse dal vento in varie tonalità di verde scuro e argento, il cielo azzurro, non cobalto, pieno di cirri: l’autunno è alle porte e i determinati colori estivi iniziano a stemperare in quelli autunnali.
 
Mi sento malinconica, penso alla clessidra della vita: a 44 anni quasi sicuramente la mia è già stata girata e devo sbrigarmi a organizzare il tuo futuro, affinché Davide non si senta mai costretto a rinunciare alla sua vita per te.
 
Oggi, se tu fossi stata diversa, ti avrei portata ad Aquileia a vedere la Basilica con i suoi affreschi e ti avrei raccontato dei Romani e di Attila, della battaglia tra il Patriarcato di Aquileia e quello di Udine che nel medioevo aveva portato ad una rivalità atavica tra Clauiano e Trivignano con tanto di furto del confalone di Clauiano; oppure saremmo andate a Miramare dove ti avrei parlato di una principessa molto triste, impazzita di dolore dopo la morte del suo amato; avremmo potuto fare shopping, acquistando quaderni glitterati e zainetti con gli strass.
 
A te, però, non interessa nulla di tutto questo.
 
Tu sei Ariel, la mia Ariel, la mia Principessa senza parole, ma con tanto amore e chissenefrega dei Romani, delle principesse e degli acquisti compulsivi.
 
Così, eccoci qua, a bere la Coca Cola sotto ai pioppi e ad un cielo azzurro come i tuoi occhi.