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Baby Salander

A cena.

Luca sulla panca a bloccare una via di fuga. Ariel di fianco a lui, mentre Davide fa da primo baluardo. La sottoscritta difende la linea Maginot.

Sembriamo in guerra ma è il normale assetto da cena della Famiglia Apo-Zof per impedire le evasioni del membro più giovane.

Mentre mangia Ariel guarda i cartoni sul cellulare di Luca e Davide allunga il collo per sbirciare.

Luca inizia ad inveire: “Bastaaaaa! È mai possibile che non possiate mangiare senza avere distrazioni?”

Con vocina timida e tremante: “Scusate…”

E allontano lo smartphone su cui stavo smanettando. Luca corre ai ripari dicendo che non si riferiva a me, ma io chiedo nuovamente scusa e metto via il telefono.

Personalmente sono convinta che a noi adulti piaccia molto l’idea di essere noi ad educare i bambini e usiamo molte parole per farlo, ma loro, i bambini, sono molto più svegli di noi ed imparano imitandoci. Quindi se la regola vale per i bambini, a maggior ragione vale per me adulta che la impongo.

Anche Ariel, sebbene autistica, quando è fortemente motivata, impara per imitazione: le è bastato guardarmi digitare il codice di sblocco del telefono un paio di volte per impararlo.

E niente… questa da grande farà la hacker! Novella Lisbeth Salander… speriamo senza cresta e un po’ più allegra!

E anche oggi il bicchiere è mezzo pieno: di codici sorgente e voglia di imparare a bypassare tutte le barriere materne… per il rinforzo maximo questo ed altro.

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