"L'amore non conosce barriere. Salta ostacoli, oltrepassa recinzioni, attraversa pareti per arrivare alla sua destinazione, pieno di speranza." – Maya Angelou
Segno della vergine, come pure la sua sessualitร . Sรฌ, perchรฉ il riccioluto, che tra parentesi รจ quello che piรน mi somiglia fisicamente, alla sua grande occasione di trombarsi un gran pezzo di biondina, ha avuto una terribile defaillance. Lo so, lo so, la privacy… Perรฒ ve lo devo dire: questo mio figlio che si attacca alla gamba di chiunque e che fa dog calling* anche ai pupazzi della Princess, ha reagito molto male alla passando un’intera serata sdraiato sul divano, zampe all’aria con lo sguardo da: “Che grandissima figura di merda!”
Ora le mie creature hanno un soprannome ciascuno: – under control, – mangianeuroni, – montador di Sevilla, oraย en blanche.
A voi intuire a chi si riferiscono.
Oggi ho portato il terzo figlio a fare una passeggiata nei campi, approfittando dell’assenza degli altri due.
Traumatizzato dalla montagna, forse anche piรน di Ariel, appena ha visto il guinzaglio, ha iniziato a tremare.
La cazzimma materna serenamente applicata ai figli bipedi, funziona pure con il quadrupede e, quindi, imperterrita, sono uscita con lui che, non appena capito che non ci sarebbero stati tragitti in automobile, si รจ subito ringalluzzito.
Arrivati al primo viottolo, gli ho tolto il guinzaglio e l’ho lasciato libero di ciondolare per la campagna.
Tutto bene, finchรฉ non ha trovato un boschetto di acacie che ha eletto a suo rifugio di campagna: si รจ piazzato sotto un albero e da lรฌ, disteso a mo’ di sfinge con il muso leggermente sollevato a godersi la brezza, non si รจ piรน voluto alzare.
Questo non lo avevo considerato.
La strutturazione del tempo pure a Baloo, no! Questa volta mi rifiuto!
Ho aspettato un po’, fatto finta di allontanarmi, chiamato, contato, promesso leccornie canine. Niente, fermo al suo posto con il vento tra i peli.
L’ho preso in braccio, spostato di dieci metri e messo a terra.
ร ripartito allegro andante e… si รจ fermato alla fine del boschetto, sotto un’altra acacia, ma nella medesima posizione.
Ripropongo tutto il repertorio, ma non succede niente.
Mi arrendo.
“Dai, andiamo a casa!”
Si รจ sollevato veloce come un fulmine e ha iniziato a correre, forse temendo un mio ripensamento.
Quando siamo rientrati, si รจ subito nascosto sotto al mobile, finchรฉ non ha percepito il mio essere orizzontale: a quel punto รจ arrivato tutto baldanzoso e, dopo aver trovato la posizione piรน comoda, si รจ addormentato.
Il sonno dei giusti, dicono loro.
Il sonno degli infami, dico io.
L’unica gioia della giornata รจ stata sapere che il procrastinatore massimo ha finalmente iniziato a fare i compiti all’urlo di: “Stai tranquilla, mamma, ho tutto sotto controllo!”
Io, no, invece! Io ormai sono allo sbaraglio, ma fingo che tutto stia andando come da programma, perchรฉ, se questi tre dovessero mai percepire la minima indecisione, sarei spacciata.
E conoscendo le abilitร informatiche della mangianeuroni, in tempo zero mi ritroverei impacchettata, caricata in un container e spedita alla volta della Cina.
Viaggio di sola andata, ovviamente.
* la versione canina del cat calling, ossia le molestie di strada
Io ridacchiavo e lei mi diceva: “Vedrai quando arriverai alla mia etร : succederร anche a te!”
Io ghignavo pensando che a me non sarebbe mai successo.
Seguรฌ la mia mamma che fino a qualche tempo fa mi diceva: “Tu provarรขs!”
Io mi intascavo quel profetico “Proverai!” e, ridendo, andavo avanti per la mia strada.
Ora tocca a me.
Sarร la stanchezza, saranno i criceti che giocano agli autoscontri, sarร (ma lo dico a bassa voce e a denti stretti) l’etร , ma mi mancano le parole, ancora di piรน i nomi delle persone. Guardo un conoscente e mi dico: “So di sapere il tuo nome, ma non me lo ricordo” e mi spremo le meningi alla ricerca di un’associazione che mi illumini.
Ormai il “coso” e il “cjossul”ยน fanno quotidianamente parte del mio vocabolario. Sono quasi propensa a dire che sono la sintassi della mia comunicazione.
Quando ho a che fare con figli e nipoti insieme รจ una tragedia: faccio praticamente l’appello prima di arrivare al nome giusto e a volte non basta. Mi ritrovo cosรฌ ad appellare il ragazzino con il dito puntato e un perentorio: “Tu!, cemรปt che tu ti clamis, vammi a prendere il cjossul pรขr cosร !”ยฒ
Una specie di lingua puffa fatta di cosi che devono portare cose per cosare.
Martedรฌ ho chiamato Davide “Baloo”. Ok che dico sempre di avere tre figli, ma confondere il bipede moro per il quadrupede biondo…
Cosรฌ mi sono arresa e ho comprato un integratore.
Adesso ho solo un piccolo problema: ricordarmi di prendere le pastiglie per la memoria, perchรฉ da Fata StracciaMINchia a Fata Smemorina รจ un Bibbidi Bobbidi Boo.
La soluzione che ho trovato per ricordarmi delle pastiglie: ho messo un post it vicino al salvavita
ยน “cjossul”, friulano, quell’affare ยฒ “Tu!, cemรปt che tu ti clamis, vammi a prendere il cjossul pรขr cosร !”ยฒ, friulano misto italiano, letteralmente: “Tu!, come ti chiami, vammi a prendere l’affare per fare cose”
In questi mesi, ogni volta che i bambini sono con Luca, mi metto in auto e girovago pur di non sentire l’eco in quella grande casa vuota. Unicamente il pensiero di lui, solo, mi riporta indietro.
Quando siamo noi due da soli, sentendo il mio bisogno di calore, abituata ad avere Ariel e Davide a “proteggermi”, dorme stretto stretto vicino a me, ancora piรน del solito, sfruttando la sua condizione di figlio unico.
Adoro quando me ne sto sul divano con un libro e lui, steso sullo schienale modello Sfinge, fingendo la massima indifferenza, apre la bocca e guardando in giro, lascia cadere la sua pallina sulle mie gambe. Mi guarda con il muso del: “Toh, chissร come รจ finita lรฌ… Se ci tieni, puoi fare due lanci e io ti accontenterรฒ rincorrendo la palla.”
A volte sembra piรน un gatto che un cane e non passa giorno che non ringrazi il momento in cui sono entrata in casa con lui in braccio, nonostante l’opinione contraria di chi sei mesi fa ha deciso di uscire da quella porta.
Grazie, Baloo, di esserci.
Adesso facciamo colazione, caffรจ per me, snacky snacky per te, e poi aspetteremo insieme il ritorno dei tuoi rumorosi fratelli.
Baloo vi offre un kaffรจรจรจ che preparerรฒ io, perchรฉ non sa ancora usare bene la Nespresso
Ieri pomeriggio stavo facendo la prazenda (1) seduta al tavolo della cucina. Baloo era in postazione vicino a me, sguardo pietoso e speranza di poter arraffare qualcosa di buono in caduta libera dallโalto.
Ariel era in soggiorno a guardare la tv e sbocconcellare biscotti, rigorosamente Macine del Mulino: sia mai che alla nostra regale ragazza vengano proposti ignobili dolciumi di filiera!
Allโimprovviso il tonfo secco di un piatto rotto.
Tempo di affacciarmi alla porta e la Princess era giร seduta sul davanzale sfoggiando il suo sorriso piรน innocente e una grandissima faccia tosta. Sono convinta che, se lo sapesse fare, avrebbe pure fischiettato per simulare ancora maggiore estraneitร allโincrescioso misfatto.
โAriel! Cosa รจ successo? Chi ha rotto il piatto?โ
Si รจ guardata in giro, ha puntato il dito e, infame piรน che mai, ha accusato: โBA! BA!โ
โร stato Baloo? Sicura?โ
โScรฌ!โ, ha annuito convinta.
Bene, ma non benissimo. Non parla, ma racconta balle come una professionista della menzogna.
Il povero quadrupede ed io ci siamo guardati stupefatti e, dopo aver raccolto i cocci, siamo tornati al nostro pasto.
Luca teme che il prossimo a venire accusato possa essere lui, essendo che โpapร โ รจ una delle poche parole che Ariel verbalizza correttamente, ma lโho rassicurato.
Le regole del bravo bugiardo sono 3: coerenza, realismo e infamia su chi non si puรฒ difendere.
Come lo so?
Boh, devo averlo letto da qualche parte, perchรฉ io, a differenza di Ariel, non dico mai bugie, mai.
Al massimo plasmo la veritร affinchรฉ la situazione contingente risulti piรน confacente alla mia volontร e io ne esca sempre pulita come un giglio di S. Antonio, ma bugie proprio no.
E chi dice il contrario mente sapendo di mentire.
Infamante ed infamato
(1) Dal nostro lessico famigliare, pranzo + merenda = prazenda
โSiamo fatti della stessa sostanza dei sogniโ[1]
Prospero, bello de zia, parla per te.
Io sono fatta della stessa sostanza di dubbi ed errori e, sรฌ, anche, dei sogni, ma in percentuale variabile:
100% essere umano di cui:
30% dubbi
30% errori
20% sogni
15% Nutella
5% miscellanea
Le maree, le fasi lunari, il sole e la pioggia, le ore di sonno goduto e soprattutto quelle di veglia hanno un impatto notevole sulla mia composizione.
Sono un capo delicato tra trattare con cura, un dilemma vivente, lโangoscia fatta materia.
Basta un nonnulla per tirare un filo della mia sottile trama e smatassare ogni certezza.
โE cโรจ chi non si sbaglia mai ti guarda e sa chi sei. E cโรจ chi non controlla mai dietro la foto. E cโรจ chi non ha avuto mai nemmeno un dubbio mai.โ[2]
Luciano, credimi, non sono ioโฆ Lo giuroโฆ Faccio colazione con caffรจ e dubbi, a pranzo mangio solo una mela (non per strada e senza i libri di scuola[3]) con contorno di ansia. Ogni volta che devo prendere una decisione che riguarda i miei figli, vengo colta da mille timori.
Come adesso: ho deciso di disintossicare Ariel dal cellulare. Era diventato una vera ossessione, non poetica come quella della Merini[4], solo un devastante chiodo fisso che la rinchiudeva in un mondo fatto di personaggi buffi dalle voci cantilenanti. La stesse parole ripetute in un circolo infinito: โ1-2-3 stella, voglio giocare a un 1-2-3- stellaโ[5] e il destino ingiusto di un โelefante indiano con tutto il baldacchinoโ[6]. Se non riusciva a trovare lโesatto punto di inizio delle strofe, si faceva male: si mordeva e graffiava la braccia o le sbatteva contro il tavolo; buttata a terra, sbatteva la testa contro il pavimento e piangeva, piangeva lacrime di rabbia, dolore e frustrazione. Una dipendenza da aggeggio elettronico paragonabile a quella di Harry Hole per lโalcool.[7] Da quando ho preso lโamara decisione di procedere con la detox elettronica, abbiamo trascorso (e stiamo tuttโora trascorrendo giorni difficili) e il dubbio mi assale continuamente. Quando mi chiede โTE!TE!โ con unโazzurra fiamma di speranza negli occhi, la testolina buffa che annuisce ad imbeccare la risposta che vorrebbe sentire, il mio cuore sprofonda in un abisso scuro di cui non si vede il fondo. Sebbene la Princess ora sia molto piรน divertita e attenta a ciรฒ che la circonda e comunichi in modo piรน funzionale, cโรจ un notevole contrappeso: i suoi sensi sono ancora piรน esposti del solito e il sovraccarico รจ in agguato ad ogni uscita o visita che riceviamo.
Questa notte non ho chiuso occhio, la mente che viaggiava veloce alla ricerca di risposte che non riesce a trovare: avrรฒ fatto bene? Sarร stata la scelta giusta? Avrei dovuto ridurre il tempo di utilizzo, anzichรฉ eliminare completamente il telefono?
Mi chiedo come sia essere uno di quei genitori che ha sempre una risposta a qualsiasi quesito e che non si pone mai dubbi.
Tipo la mamma di ieri che non ha allacciato il figlio al seggiolino. Lo vedevo muoversi sul sedile posteriore a destra e sinistra e continuavo a chiedermi: possibile che non veda il pericolo, che non le sia venuto il pensiero che il bambino potrebbe farsi molto male, addirittura morire, in caso di incidente?
O quelli del โmio figlio non sarร maiโ, โmio figlio non farร maiโโฆ
Per me ogni decisione presa รจ una libbra di carne da tagliare cercando di non versare il sangue[8] di chi amo, di scegliere pensando al loro benessere, alla loro serenitร e non a ciรฒ che io sogno per loro.
La veritร รจ che la paura di commettere errori a volte mi paralizza, ma lโimmobilitร รจ peggiore, poichรฉ mi fa sentire bloccata, senza possibilitร di evolvere, una crisalide che non diviene farfalla.
Che poi sbagliare รจ uno dei pochi modi che conosco per imparare. Sbaglio e forse imparo. Commetto di nuovo il medesimo errore e imparo sicuramente. Quando non sbaglio per un poโ di tempo, divengo eccessivamente spavalda e la certezza, che non mi รจ famigliare, mi fa commettere errori banali. Le poche volte in cui abbasso i livelli di attenzione e mi sento sicura, sbaglio. ร la mia personale matematica dellโerrore:
la possibilitร di commettere errori รจ direttamente proporzionale alla sicumera con cui affronto le situazioni.
E poi mi colpevolizzo, mi fustigo ripensando a ciรฒ che ho fatto e che, invece, avrei dovuto fare. Vivo male i miei sbagli, ma invecchiando sto imparando che nessuno รจ immune agli errori e soprattutto che devo essere grata a chi me li fa notare: correggere un errore non significa sminuire chi lo commette, ma fornire strumenti affinchรฉ possa accrescere le proprie conoscenze ed evitare che li ripeta.
Ovviamente le modalitร con cui mi vengono fatti notare, cambiano lโimpatto che avranno su di me: dโemblรฉe potrei mentalmente citare uno dei pezzi piรน noti di Masini[9], ma alla fine la ragione avrebbe la meglio.
Correggere un amico che sta commettendo un errore รจ un grande atto d’amore.
Correggere una persona che non รจ competente in una determinata materia, non significa allontanarla da essa, ma accrescerne la consapevolezza. Nessuno di noi รจ onnisciente e trovare persone che possono arricchire il nostro bagaglio personale รจ un dono prezioso. Faccio un banale esempio: i giornalisti spesso riferendosi allโautismo parlano di โmalattiaโ o di โpersone affette daโ, nonchรฉ di โuomini e donne specialiโ. Far notare loro che lโautismo non รจ una malattia, ma una condizione, che le persone non sono affette da (e nemmeno soffrono di) autismo, ma sono autistiche e che non sono persone โspecialiโ, ma persone con pregi e difetti, non รจ sminuire la loro professionalitร , ma aiutarli ad avere un approccio eticamente corretto allโautismo.
E i sogni? Ogni mattina mi alzo presto, preparo il caffรจ e, guardando il sole sfumare il cielo di rosa, sogno un mondo in cui le persone autistiche non debbano piรน lottare per i loro diritti, in cui non vengano uccise per un meltdown e in cui il diritto allo studio abbia il medesimo valore per tutti i bambini, anche e, soprattutto, disabili; sogno un primo giorno di scuola in tutti i bambini con necessitร di supporto possano sedersi nel loro banco accompagnati dal loro insegnante di sostegno; sogno di poter essere concretamente di supporto alle persone autistiche. Sogno Ariel e Davide che giocano insieme e Baloo che mangia le sue crocchette. Sogno di tornare a New York, di imparare il russo e il cinese. Sogno di non essere piรน una parassita dello Stato e di poter onorare il Primo Articolo della Costituzione Italiana[10]. Sogno di aprire una Locanda con le camere azzurre, gialle e rosa e i letti in ferro battuto e un giardino dโinverno dove preparare la colazione agli ospiti guardando le stelle eclissarsi e lasciare posto al nuovo giorno.
Sogno di fare il Cammino di Santiago per ritrovare quella persona che ho perso per strada qualche anno fa e carezzarle lievemente lโanima sussurrando: โร andata bene, nonostante tutti gli errori e i dubbi, รจ andata bene. Cadrai ancora molte volte, ti perderai in sogni e labirinti, ma prima o poi ti ritroverai: sarai scarmigliata, le unghie spezzate, il viso indurito dalla fatica, ma sarai ancora tu, sempre tu. Non migliore, non peggiore, semplicemente tu.โ
Somewhere over the rainbow skies are blue
clouds high over the rainbow, makes all your dreams
[1] W. Shakespeare, La tempesta, Atto IV, Scena I. Prospero declama: โNoi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno รจ raccolta la nostra breve vita.โ
[2] Luciano Ligabue, Quelli tra palco e realtร , musica e testi di Luciano Ligabue
[3] Vasco Rossi, Alba Chiara. โCammini per strada mangiando una mela coi libri di scuolaโ. Musica e testi di Vasco Rossi
[4] Alda Merini: โMi nacque unโossessione. E lโossessione diventรฒ poesia.โ
[6] Piccolo Coro dellโAntoniano, โVolevo un gatto neroโ
[7] Personaggio ideato da Jo Nesbo e protagonista, tra lโaltro, del romanzo โLโuomo della Neveโ da cui รจ stato tratto anche un film
[8] Shakespeare, Il mercante di Venezia, Atto IV scena I, Porzia: Questo contratto non ti accorda neanche una goccia di sangue. Le parole precise sono: โUna libbra di carneโ. Prendi dunque la tua penale, prendi la tua libbra di carne, ma se nel tagliarla, versi una goccia di sangue cristiano, le tue terre ei tuoi averi sono, per le leggi di Venezia, confiscati dallo Stato di Venezia.
Esattamente tre anni fa ci siamo trasferiti qui, nella nostra casa.
Per me sarebbe stato il terzo trasloco e, mentre stavamo valutando le varie opzioni di acquisto, dissi a Luca queste esatte parole: โScegliamo bene, perchรฉ io non ho nessuna intenzione di fare un quarto trasloco. Dopo di questo, il mio prossimo trasloco sarร direttamente sotti ai cipressi.โ
Dopo lunghe valutazioni e sforando il budget che ci eravamo fissati, scegliemmo la nostra casa e non ce ne siamo mai pentiti: questa รจ la mia casa, mi sono sentita a mio agio appena entrata, mi sento protetta e serena tra queste quattro mura.
Tra i punti di forza ci sono il grande giardino completamente recintato, dove la Princess scorazza imperterrita e vola sullโaltalena, e la taverna.
Quando la vidi, me ne innamorai subito: un tavolo il legno massiccio da 12 posti con il caminetto, il luogo ideale per avere una vita sociale anche senza uscire.
Conoscendo Ariel, pensammo che sarebbe stato bello per lei poter avere gli amici in giro per casa e contemporaneamente essere libera di ritirarsi nei suoi reali appartamenti non appena si fosse stufata del nostro berciare. Davide avrebbe potuto giocare con i suoi amici e non sentirsi isolato dal mondo.
In tre anni abbiamo dato innumerevoli feste, riso milioni di decibel, bevuto ettolitri di birra e mangiato e tonnellate di pizza.
La taverna รจ la sala dei compleanni e delle feste comandate: il luogo in cui ci ritroviamo per dare maggiore senso alla parola famiglia.
Ariel compie gli anni il 5 giugno, lo scorso anno organizzammo per lei una megafesta: eravamo una quarantina, tra parenti ed amici. Gli adulti in giro per casa, i bambini a giocare a calcio in giardino. Per loro organizzai una picnic tra una partita e lโaltra, mentre noi cenammo in taverna.
Ora la taverna รจ chiusa, le sedie sono sollevate sui tavoli ed รจ la stanza che soffre di piรน il lockdown e io soffro con lei: nemmeno le luci di Pino ci consolano, abbiamo entrambe bisogno di risa, amici, gente per casa, di profumi e di suoni.
La taverna non รจ mai stata tanto pulita e ordinata, ma io non la voglio cosรฌ: la voglio zozza e incasinata! Voglio poter dire di nuovo con aria tronfia: โNo, non serve che mi aiutiate, andate pure, รจ tardi e i bambini sono stanchi: รจ questo il bello della taverna, ora chiudo la porta e sistemo tutto domani con calma.โ
A volte associo le situazioni a singole immagini, istantanee di un momento.
Per me il lockdown sarร per sempre questo: Ariel che piange in giardino, Davide che urla la sua solitudine, Luca senza barba (1) e la taverna con le sedie sul tavolo.
Oggi, perรฒ, il bicchiere รจ mezzo pieno di amore per la vita: dalla finestra spalancata entrano sole e vento, dalla cucina arriva il gorgogliare del brodo, domani รจ il โgiorno violaโ in cui rivedremo i nostri congiunti e la taverna sta lentamente uscendo dal suo lungo letargo.
(1) Ha dovuto tagliarla per i protocolli COVID-19: ci conosciamo da quasi 20 anni e non lo avevo mai visto senza barba, non aveva mai voluto tagliarla, nonostante le mie riechieste. Poi รจ arrivata la pandemia e qualcun altro ha deciso per lui. Era una cosa che andava fatta per il bene della sanitร pubblica, ma vi lascio immaginare il mio stato emotivo al momento. Non aggiungo altro.
Stupita, butto dentro la testa e trovo Luca e Davide che guardano qualcosa al microscopio e si sganasciano.
โEmbรจ?โ
โMamma, รจ bellissimo!โ
โImmaginoโฆ Cosa state analizzando?โ
โUna craccola di Baloo.โ
โUna cheโฆโ
โUna craccola degli occhi di Baloo.โ
Me ne vado a testa bassa, spalle curve e un pensiero sconsolato: questa รจ decisamente una cosa da maschi.
Entro in bagno e trovo Ariel che si guarda allo specchio, mentre fa la sua โfaccia da selfieโ. ย Ok, questa รจ decisamente una cosa da femmine.
Nel mentre i due โscienziatiโ hanno finito e Davide รจ sul divano con il mio telefono. Sta chiacchierando con qualcuno. Lo lascio tranquillo e vado a sistemare la cucina, finchรฉ lo sento dire: โSei proprio inutile e davvero poco intelligenteโฆโ
Cosa?! Come si permette quel decenne irrispettoso!
โDAVIDEE!! Con chi stai parlando?โ
โCon Google. Gli ho chiesto una canzone di Bugo e mi ha proposto i Modร !โ
Bugoโฆ
โLUCAA!! Hai fatto ascoltare Bugo a Davide?โ
โSolo un paio di canzoniโฆ Quelle che ascoltavamo insieme anni faโฆ โPasta al burroโโฆ e โCasalingoโโฆ forse โIo mi rompo i coglioniโ, ma non ne sono sicuroโฆโ
Ok, questa รจ una cosa troppo da maschi per il mio sensibile cuore da mamma.
Torno in bagno e caccio Ariel che sta ancora davanti allo specchio (mi sta diventando troppo femmina tutta dโun colpo!).
Mi guardo allo specchio e non posso non notare la ricrescita degna di Crudelia Demonโฆ
Ok, dietro al cipiglio di mamma e moglie, cโรจ ancora una donna con un minimo di amor proprio: รจ ora di fare la tinta.
Prendo il tubetto del colore, lโossigeno, la ciotolina ed il pennello, ma ho paura, troppa paura di ritrovarmi con una capigliatura animalier o camuflage: non ho mai fatto la tinta da sola e se sbaglio qualcosa?
Dovrei chiedere aiuto a quei tre che mi girano per casa, ma non mi fido di nessuno di loro: se Baloo avesse il pollice opponibile, chiederei aiuto a lui, in fondo รจ quello che ha il vello piรน simile al mioโฆ tra ricci ci si capisceโฆ
Idea!
Chiederรฒ aiuto a Google! Mi preparo tutto il discorsetto come faccio sempre quando sono agitata:
โCiao, scusa per prima, mio figlio รจ un gran maleducatoโฆ Google, mi troveresti un tutorial per fare la tinta da sola?โ
Comincio: โCiao,โฆโ
Mi propone la canzone di Lucio Dalla.
Ok, non lo salutoโฆ โScusa per prima,โฆโ
Google traduttore: โExcuse for beforeโโฆ
Mmhโฆ Ok, niente convenevoli nรฉ scuseโฆ Si vede che รจ uno spiccio di modiโฆ โMio figlio รจ un gran maleducato,โฆโ
Risponde con un articolo: โCaro genitore, se tuo figlio รจ maleducato, รจ colpa tua!โ
Brutto zozzone di un impunito, come ti permetti di parlare cosรฌ di mio figlio?! โVaffanculo!โ
Rimbecca con un video di Marco Masiniโฆ
โSei un essere inutile!โ
โPer questo sono fortunato ad avere incontrato qualcuno che mi possa rendere migliore.โ
Eh, no! Il sarcasmo, no! โE non fare il sarcastico!โ
โCi sto lavorando!โ
โNon ci devi lavorare! Devi essere piรน educato!โ
Il mio umore fa pendant con il meteo: grigio e ventoso.
La primavera รจ alle porte, lei se ne frega del coronavirus e della quarantena, proprio come Baloo che non perde occasione per uscire in giardino a caccia di talpe. Aveva ragione il Giacomino nazionale a declamare con invidia lโignoranza delle beate greggi. ยน
Guardo il giardino che si sta vestendo di giallo e viola, i germogli verde chiaro. Il campo dallโaltro lato della strada รจ stato colonizzato da gabbiani, prepotenti e vocianti hanno preso possesso del terreno e ne impediscono lโaccesso a qualsiasi altro essere vivente.
Mancano solo gli esseri umani. Forse siamo noi i nuovi liocorni, in un mondo rinchiuso tra gli accoglienti muri di casa. Non unโautomobile, non uno scooter, tutto fermo, tutto silenzioso come agli inizi del secolo scorso. Stiamo facendo un passo indietro, per spiccare un salto in avanti e dimenticare questi giorni di esilio forzato, novelli Robinson Crusoe il cui nuovo compagno non si chiama Venerdรฌ, ma Playstation.
La casa รจ pressochรฉ sterile, almeno finchรฉ Ariel lo consentirร : il crollo delle routine le ha aperto lo stomaco e rinchiuso in un baule la voglia di socializzare. Per lei questi giorni sono veleno, la riportano ad uno stadio di chiusura primordiale.
Siamo in gioco, Princess, e giocheremo, rispetteremo le regole e le caratteristiche di entrambe, anche se siamo perfettamente consapevoli che sarร difficile non prevaricarci a vicenda.
Luca mi ha appena mandato questa sua foto bardato per la cosiddetta โArea Rossaโ ed รจ stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Fino ad ora nella mia mente mi ripetevo come un mantra:
“Sรฌ, ok, va a lavorare, puรฒ essere esposto a situazioni difficili, ma perchรฉ dovrebbe succedere a lui di ammalarsi?”
Giร , perchรฉ?
Pensiamo sempre che le cose succedano โagli altriโ senza pensare che noi stessi siamo โgli altriโ di qualcuno.
Non si scherza piรน: qua si fanno le ronde del giardino per sopravvivere, mentre lร cโรจ chi lotta per non morire.
Ho bisogno di pensare positivo, a qualcosa che non ho mai visto o fatto prima del lockdown.
Devo trovare almeno cinque aspetti buoni di questa situazione da fine del mondo conosciuto, stamperรฒ lโelenco e lo attaccherรฒ su tutte le porte di casa per non dimenticare mai la bellezza oltre la miseria umana:
1) Davide legge spontaneamente libri, visto che col cavolo che esco di casa per comprargli โLa Gazzettaโ;
2) Sto imparando a leggere tutte le etichette dei detersivi. Di questo passo a settembre potrรฒ tentare lโammissione a Chimica e Tecnologie Farmaceutiche;
3) Gli italiani rispettano la fila per entrare al supermercato senza cercare stratagemmi per saltarla;
4) Lo stile di vita dellโitaliano medio ha subito una svolta igienista e salutista: detersivi, frutta e verdura vengono barattati solo con oro e argento;
5) Ho appena visto passare due signori della Protezione Civile in bicicletta e mascherina dโordinanza. Respect!
6) La voglia di vivere e di combattere degli italiani non li abbandona mai: dagli arcobaleni, ai concerti alle finestre passando per il plauso ai Sanitari, per la prima volta vedo la mia Italia stringersi in un abbraccio dโamore da Nord a Sud passando per il centro. E questo mi commuove;
7) Sto imparando a tollerare la puzza di candeggina che penetra nelle mani nonostante i guanti;
8) Per la prima volta festeggerรฒ il mio compleanno in estate: 45 anni sono una tappa importante! Sono la metร di 90, la paura; sono il cartello โlasciate ogni speranza voi che entrate (nella mezza etร avanzata, ndr)โ. Quindi, quando lโesilio sarร finito, festeggerรฒ il ritorno alla vita e questo genetliaco bistrattato come un vecchio paio di mutande sformate e di cui ci si vergogna un poโ;
9) Mia sorella ha preparato una torta;
10) Visto il punto 9) Ho trovato chi cucinerร a Natale per tutta la famiglia e scusatemi se รจ poco!
11) Riesco a traslare lo shopping compulsivo dal negozio di abbigliamento al negozio di alimentari. Alla fin fine ciรฒ che conta รจ far girare lโeconomia. Becky Bloomwood docet.ยฒ
Alla fine ne ho trovati addirittura undici! Lโordine รจ casuale perchรฉ li ho scritti man mano che li pensavo, scusate se non cโรจ un filo logico.
E oggi il bicchiere รจ pieno di abbracci VIRTUALI (altrimenti oggi come oggi diventa una minaccia) per tutti voi che, seduti al tavolo della cucina o sdraiati sul divano, state cazzeggiando con me su Facebook, perchรฉ
se #iorestoacasa e voi restate a casa
se ognuno di noi farร il proprio dovere
#tuttoandrร bene!
ยน Giacomo Leopardi, “CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA”
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchรจ d’affanno
Quasi libera vai;
Ch’ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma piรน perchรจ giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all’ombra, sovra l’erbe,
Tu se’ queta e contenta;
E gran parte dell’anno
Senza noia consumi in quello stato.”
ยฒ Protagonista di “I LOVE SHOPPING” di Sophie Kinsella
Sto uscendo di casa, il cuore aggrovigliato di pensieri, la mente traboccante di lacrime, lo stomaco gonfio di tensione.
“Auguri, mamma!”
Non mi ero nemmeno accorta di lui, รจ arrivato silenzioso alle mie spalle, i capelli arruffati, il pigiama ormai troppo corto. Mi giro lentamente e gli chiedo sorpresa:
“Per cosa, Davide? Non รจ ancora il mio compleanno.”
“Auguri per il lavoro: ti vedo tanto in ansia in questi giorni…”
Eccomi qua! Mi presento: mi chiamo Katjuscia, ho quasi, QUASI!, 45 anni, un marito, due figli e un cane che mi osservano vivere in un perenne stato d’ansia.
Giร , perchรฉ se Davide con molta gentilezza mi ha fatto capire la sua preoccupazione, Luca, in compenso, mi osserva preoccupato e Baloo mi aspetta con occhio pendulo.
E Ariel?
Lei, quando rientro dall’ufficio, รจ giร ferma sull’uscio, mi abbassa la cerniera del giubbotto, me lo toglie, lo mette sulla sedia, mi prende per mano, mi porta sul divano, mi fa sedere e mi dice “CO CO!”. In pratica mi ordina di passare del tempo con lei, a darle l’affetto negato durante le mie poche ore di assenza.
Io ho un part-time piccolissimo, venti ore a settimana, e mi sento davvero fortunata ad avere avuto questo orario ridotto, ma nell’ultimo mese ho lavorato di piรน per fronteggiare tre fiere tedesche che, ahimรจ, sono state rinviate, mentre la mia ansia aumentava e la mia famiglia ne subiva gli effetti.
A quasi, QUASI!, 45 anni scopro che la Nutella non basta piรน e devo imparare a controllare l’ansia per il benessere di queste quattro anime generose e pazienti con cui condivido la vita.
ร arrivato il momento di darmi una calmata: da oggi piรน leggerezza e boccacce per combattere lo stress!
Il mio pensiero va alle madri che, costrette fuori casa tutto il giorno, vedono i loro bambini soffrirne la mancanza e mi chiedo se il part-time potrebbe essere una buona soluzione per tutte, almeno fino ai 10 anni dei figli.