Sento la tua mancanza.
Mi mancano il tuo chiacchiericcio costante, la tua capacità di guardarmi dentro e di andare oltre le mie pietose bugie.
Vorrei giocare con te a “Ticket to ride”, barare un po’ per farti vincere e vederti saltellare dalla gioia.
In questi giorni senza di te, la casa rimbomba di un “falso silenzio”: le mie parole cadono nel vuoto, rimbalzano sui muri, si assottigliano fino a sparire. Ariel mi guarda di traverso, ma non le importa: preferisce continuare ad urlare la sua eccitazione piuttosto che comunicare con me. Minuto dopo minuto, ora dopo ora il suo verso riecheggia in tutta la casa. “AAAAH… AAAAH…”
Cerco di giocare con lei, di interagire con lei per strapparla a quell’universo trasparente ed irraggiungibile in cui si è rinchiusa, ma non vuole. Io ho preso due giorni di ferie per portarla a fare l’abilitazione in Fondazione e lei, in tutta risposta, si è presa due giorni di ferie dal mondo neurotipico. Sto provando a fare il mosaico con lei, ma mi guarda con aria di sufficienza e attacca le tessere svogliatamente: si vede che mi sta facendo un grosso favore personale e sono certa che prima o poi lo riscuoterà a tasso di usura.
Prima ha voluto fare una doccia: ha allagato tutto il bagno e versato il docciaschiuma ovunque… Quando sono entrata in bagno, mi sono ritrovata proiettata in un hammam di Tunisi: il vapore denso e il profumo di argan mi hanno stordita e lasciata indifesa, non valutando quindi adeguatamente la viscosità della situazione. Nel senso che il pavimento era completamente cosparso di sapone.
Davide, torna! Mi mancano le nostre risate per i disastri di Ariel. Se ci fossi stato tu, per esempio, avrei sdrammatizzato cantando come il muezzin che, una vita fa, sentii cantare dal minareto della moschea di Kocatepe ad Ankara. E tu probabilmente avresti cantato la tua nuovissima hit: “La mamma pulisce più di Chanteclair…. Aaaa Aaaaaaaaa”. Senza di te, i guai della “capronessa prepotenta” sono semplicemente situazioni da pulire e sistemare.
Davide, ti aspetto. Adesso scappo, perchè ad Ariel è partito il livello massimo del disturbo autistico: la riderella incontrollata, presagio inequivocabile di notte in bianco.
E niente, oggi è una giornata di contenitori pieni e vuoti: il bicchiere è pieno di amore per il mio bambino in vacanza, mentre il flacone del docciaschiuma è inesorabilmente vuoto, desolata rappresentazione di una giornata difficile.