Ariel · La mamma "autistica"

Ombre, foglie e polvere

Silenzio pericolosamente surreale.

Siamo una famiglia rumorosa, inutile negarlo. Viviamo tutto all’estremo: gioia, dolore, rabbia, frustrazione.
Il silenzio a casa nostra è pericoloso, sinonimo di disastri o di assenze.

Entrando in casa, quindi, e non sentendo alcun rumore, entro subito in panico: so che Luca, Ariel e Baloo sono qua da qualche parte, ma non li sento.

Mi fermo sulla porta, le chiavi in mano, li chiamo, ma niente.

Aguzzo le orecchie: sento il ticchettio dell’orologio del soggiorno, il ronzio del frigorifero, il fuoco crepitare nel caminetto, ma null’altro. Non le unghie di Baloo sul cotto, non lo scroscio della doccia, non il chiacchiericcio di qualche animaletto dei cartoni animati.

Chiamo, ma non ottengo risposta.

Tolgo il giubbotto e lo appoggio sulla sedia, appoggio le chiavi sul mobiletto nell’ingresso e mi dirigo verso la camera matrimoniale.

Ed eccola lì, nella stanza in penombra: seduta sul letto, la schiena alla porta, completamente assorta nell’osservare l’ombra delle foglie mosse dal vento.

Ricordo me stessa alla sua età, stesa a letto a guardare la polvere in controluce.

Chiudo la porta e me ne vado, lasciandola tranquilla: anche lei ha diritto ad un momento di pace in cui essere libera di volare con la mente, magari sognando di acchiappare quelle foglie che si muovono leggere come farfalle.

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