Amo scrivere.
Un tempo pensavo che fosse semplicemente catartico, ora so che è il mio modo di dire al mondo “Guardami, cazzo, ci sono anch’io!”
In questi giorni non so più scrivere.
Mi dimeno come un’anguilla in una vasca troppo piccola.
I miei pensieri sono automobili impazzite su lastre di ghiaccio.
Non riesco a piangere, non riesco a scrivere.
Le parole non scritte sono come le lacrime non versate: un urlo in gola che le corde vocali non riescono a produrre, gocce salate nascoste dietro le palpebre.
Anelo parole e lacrime.

Capita, a volte non riusciamo a scrivere fisicamente, ma sono sicuro che stiamo vivendo le parole che la nostra anima ci detterà in futuro.
E sarà una liberazione…
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In piccola parte capisco.
E ho un effetto simile su di me.
Credo che sia una piccola forma di depressione per essere andati per troppo tempo troppo oltre i propri limiti.
Piccola se rimane solo un temporaneo alzare il piede dall’acceleratore.
Cerca di trovare un modo di scaricare i pesi che porti, anche temporaneamente, anche su altri, ne hai diritto, te lo sei guadagnato ampiamente.
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