Sono raffreddata. Tanto.
Ieri avrei voluto solo stare a letto, stesa al buio a leccarmi le ferite, ma Luca aveva doppio turno e con Ariel non è possibile: lei ha un master di secondo livello in “situazioni pericolose e come peggiorarle” e va costantemente controllata.
Così ho ciabattato in giro per casa tutto il giorno, guardando l’orologio ogni dieci minuti e agognando l’ora di andare a dormire.
Alle 21 mi sono finalmente stesa, sospirando come Baloo quando si accoccola vicino a me, un misto di soddisfazione e di sfinimento.
Questa è la parte che trovo più difficile della convivenza con Ariel: sapere che non mi posso ammalare, che le rare volte in cui succede, devo comunque andare avanti, finché lei non chiude gli occhi e decide che la giornata è finita.
La parte più bella, invece, è il sorriso che mi regala tutte le sere, mentre mi stringe forte e a modo suo mi dà la buonanotte.
Oggi Luca ha la notte ed è andato a pranzo con i bambini da mia suocera, così posso riposare un po’.
In un dormiveglia agitato, cerco la mano della mia ragazzina, con stupore mi accorgo che non c’è e mi manca tantissimo.
Ho sbagliato. È decisamente questa la parte più difficile: quando non siamo insieme, riuscire a svestire i panni di madre ed essere solo Katy.
E oggi prendermi cura di me stessa, anziché di lei.
A volte serve anche prendersi cura di noi stesse. Comprendo la tua situazione, hai tanto amore verso di lei.
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Hai perfettamente ragione, dovremmo avere più cura di noi stesse.
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Si , sempre…. anche poco poco
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