Dopo due mesi di vita in cantiere, ne ho francamente i cabasisi pieni.
Ora dovrei riporre i miei vestiti nell’armadio e le suppellettili in soggiorno, ordinare i libri per autore e titolo (ma solo se non fanno parte di una serie, ovviamente!) e invece sono seduta a chattare con un’amica e sto per mandare la dieta a puttane amoreggiando con un vasetto di Nutella.
Il senso di colpa e l’ansia le faranno da companatico e quindi ingrasserò a dismisura.
Non ho voglia di fare niente, nemmeno di leggere e ciò è davvero gravissimo, praticamente lo tsunami del fancazzismo che spalanca le porte alle goccine buone.
In realtà c’è qualcosa che desidero tanto fare: vorrei andare al mare con tutta la famiglia, passeggiare sulla spiaggia e mangiare una spaghettata con le vongole.
Sogni proibiti di un pomeriggio di inizio primavera nell’anno 1 d.C. (dopo Covid), mentre galleggio in un mare di indolenza.
