Davide è in vacanza con il papà.
Per sublimare l’assenza e gli infiniti silenzi che rimbombano in casa, indosso il suo orologio.
Giro per casa come un’anima in pena, sistemo i suoi libri e conto le ore che mi separano dal nostro prossimo abbraccio.
Ariel dorme ancora, stesa a pancia in giù, il braccio destro sotto la fronte, un raggio di sole che filtra dalla saracinesca e Baloo che le fa la guardia.
Odio queste lente domeniche d’estate in cui il tempo si dilata e sfuma in onde di umido calore.
Intanto, nel giardino bruciato dal sole, le cicale cantano il loro amore per la vita.