“Beata te che hai i permessi 104.”
Non potevo credere alle mie orecchie quando me lo dissero.
Beata me…
Beata me quando passo le notti in bianco tenendo la mano ad Ariel che piange o cerca di comunicare il suo disagio.
Beata me che ho l’automobile da tre anni e il contachilometri ne segna 95.000, la maggior parte dei quali fatti portando la Princess al centro riabilitativo.
Beata me, seduta sui divani rossi nella sala d’attesa, mentre aspetto che Ariel esca dalla riabilitazione.
Beata me che ho dovuto rinunciare ad un lavoro full time, perché incompatibile con le esigenze di accudimento di mia figlia.
Beata me che non posso mai vedere una partita di mio figlio, andare al ristorante o al cinema con la famiglia, perché sono situazioni che la agitano.
Beata me che mi rigiro nel letto, notte dopo notte a pensare a come organizzare il suo futuro quando non ci sarò più.
Beata me che non mi sono mai sentita chiamare “mamma” o dire “ti voglio bene” da lei.
Beata me che non vado alle recite della sua classe e che soffro rendendomi conto del divario tra lei ed i compagni che aumenta di giorno in giorno.
Beata me che ho mille poesie di Natale, Pasqua e per la Festa della Mamma, canti e sogni mai ascoltati.
Beata me che non la vedrò mai vestita da sposa o uscire in tailleur e tacchi per andare al lavoro e non avrò mai nipoti che mi diranno: “Nonna, tua figlia va sistemata, adesso sta veramente esagerando!”
Beata me che sono preoccupata per Davide che, come tutti i siblings, sta crescendo troppo in fretta, troppo maturo per la sua età.
Beata me che mi devo ritagliare un weekend all’anno con mio figlio per potermi dedicare a lui e ricordargli che lui vale tanto quanto lei, perché il dubbio è sempre lì strisciante e subdolo: a dieci anni è facile scambiare il grande numero di ore passate con la sorella per una preferenza.
Beata me che a 39 anni, dopo la diagnosi, una mattina mi svegliai con i capelli completamente grigi.
Beata me che mi chiudo in bagno e, muta, urlo allo specchio tutta la mia rabbia e il mio dolore.
Beata me per quei tre fottuti giorni al mese che non mi ripagheranno mai di ciò che ho perso.
Beata me per l’amore della mia famiglia, per lo sguardo intenso di Davide e quello sognante di Ariel, per il lavoro, per l’automobile quasi nuova nonostante i 95.000 chilometri, per la salute, per le notti in cui posso riposare con un cucciolo riccioluto rannicchiato sulla mia spalla, per le albe viste con Ariel alla fine delle nostre notti insonni e i tramonti sul mare, per il fuoco nel caminetto, per le vacanze in montagna, i giorni al mare e i week-end sola con Davide, per le castagne che scoppiettano sulla stufa e per il sugo dell’anguria che gocciola lungo il mento, per i sogni ad occhi aperti e quelli bellissimi tra le braccia di Morfeo, dove Ariel parla e mi racconta la sua giornata.
Beata me che ho ancora la forza di arrabbiarmi davanti alle ingiustizie e che a 44 anni non sono ancora così assennata da dirmi: “lascia perdere, non si può lottare contro i mulini a vento”.
Beata me perché Ariel ha una presa in carico, mentre c’è chi aspetta.
Beata me per la Vita, non per i permessi 104.
Beata te che non li hai, ma che forse sei meno fortunata di me, nonostante tutto.

Beata te si.
Ma per quello che sei, per il coraggio che hai, per la famiglia che siete.
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Sei veramente molto gentile. 💙 Siamo una famiglia e come tutti abbiamo i nostri alti e bassi, ma non molliamo mai 💙
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Scusa non vedo apparire il mio commento ho condiviso la tua pagina su Facebook dato che hai i tasti di condivisione
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Ciao! Ti chiedo scusa, ma non mi arrivano le notifiche del blog🤦🏼♀️ Grazie per la condivisione e anche per la pazienza 😁 Un abbraccio
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Dato che hai i tasti di condivisione ho condiviso il tuo scritto sulla mia pagina Facebook ti ho già scritto ma non mi hai risposto, di sicuro hai da fare siamo lontane ma vorrei aiutarti se vuoi
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Ciao, ti ho risposto sulla Pagina Facebook. Grazie mille ancora 😁💙
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Sei Una Mamma Splendida.
Tutto quello che dici è vero…provato quotidianamente da me e mia moglie, col nostro piccolo cucciolo di 4 anni, Filippo.
Preghiamo Dio ci dia vita e salute per accudirlo.😥
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Ci vuole amore, forza e pazienza. Un forte abbraccio a te e alla tua splendida famiglia, unica come tutte le famiglie ❤
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